Presento la mia piccola collezione di tubi telescopici meccanici che, come detto prima, sono un specie in via di estinzione e per questo SVAPARIATO è la discussione più adatta.
Non si tratta tanto di descrivere questo o quell'altro oggetto, ma quanto di illustrare la filosofia di fondo che riguarda il loro utilizzo e anche capire come e perché una tipologia di oggetti dopo anni di relativa diffusione è quasi del tutto scomparsa.
Da sinistra: Innokin itaste Arachnid. GUS telecopico, GUS Warrior of Light, Atom, Astro in SS, Astro in ottone, Sentinel in ottone e Sentinel in alluminio. A parte l'Arachnid e i due GUS, gli altri sono tutti cloni. I due GUS sono ancora in produzione, non sono oggetti di svapariato.
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I tubi (ma anche le box) meccanici hanno il loro fascino e incontrano numerosi estimatori. Alcuni vapers non usano tubi o box circuitati. Indubbiamente, con gli atomizzatori settati opportunamente, si ottengono risultati di piena soddisfazione. Tuttavia oggi ci sono circuiti così sofisticati che permettono di impostare le curve di erogazione, hanno anche la funzione bypass. Ma ci sono altri motivi per preferire i meccanici, motivi di ordine pratico. Ho sempre usato i meccanici, sopratutto in passato, mai abbandonati del tutto, ma ultimamente il loro utilizzo per me sta diventanto sempre più importante. Non dico che a breve svaperò sempre con i meccanici ma.... non posso escluderlo. Questi oggetti non mi hanno mai deluso, i tubi e le box circuitate quasi sempre: hanno il "vizio" di guastarsi dopo un po. Non solo i prodotti economici, ma anche quelli costosi (seppure con incidenza minore) hanno questo vizietto. Senza contare alcuni oggetti che ho dovuto buttare per avarie al circuito o per irrimediabile deterioramento di parti meccaniche, mi trovo attualmente con una dozzina di box delle quali quasi metà ha il positivo (che un tempo era flottante) infossato a causa di incrostazioni e di atomizzatori con attacco troppo lungo. Quindi con alcuni atomizzatori non c'è contatto. Per anni ho dovuto combattere con questi problemi, smanettando con oggetti che avrei fatto meglio a buttare invece di perderci il tempo. Gli aggiustamenti funzionano per un po, ma poi il problema si ripresenta. Insomma, tubi e box circuitati non sono ogetti fatti per durare, Indipendente dal prezzo; cambia solo la durata della "vita media". Un tubo meccanico decentemente costruito (anche un clone) non si guasta mai ed è estremamente pratico da usare. Basta avvitare l'atomizzatore regolando il contatto, inserire la batteria e ... svapare.
Con una resistenza di 1 ohm o di poco superiore, dopo aver svuotato il capace serbatoio di un BY-ka, una buona batteria 18650 da 300 mah (ho le Sony vtc6) è ancora carica abbastanza da regalare hit e vapore in abbondanza.
Tra i meccanici preferisco quelli telescopici. Non tutte le batterie hanno la stessa lunghezza. A volte, per qualche decimo di millimetro di differenza, il contatto non è assicurato. La telescopicità risolve in maniera definitiva. Oltre a questo tipicamente i meccanici presentano regolazioni (manuali o automatiche) del contatto con l'atomizzatore.
Fino a qualche anno fa c'era una ricca scelta di telescopici. Poi "autorevoli" personaggi in tutto il mondo hanno cominciato a demonizzarli. Secondo questi influencer la telescopicità limiterebbe la conduttività in maniera significativa. Queste affermazioni risalgono a un'epoca in cui si svapava di guancia, il sub-ohm era ancora praticato: non c'erano ancora le batterie adatte. Per il sub-ohm estremo il discorso ha un senso, ma per lo svapo di guancia il calo di tensione è trascurabile se non proprio irrilevante. Questo perché la giunzione tra due elementi del big battery presenta una superfice di contatto ampia e lo stretto serraggio è assicurato dalla pressione esercitata dalla batteria montata all'interno.
Quindi, dato che quelle argomentazioni non mi convincevano, misurai il calo di tensione di tutti i tubi che avevo. Sono quelli esposti, tranne l'Arachnid e il Warrior of Light. Misurai anche alcuni cloni non telescopici: Nemesis in SS, Turtle Ship in ottone e un 4NINE in ottone.
Il calo di tensione riguarda la tensione che effettivamente viene erogata all'atomizzatore.
Fu un controllo piuttosto certosino, fatto con diversi valori di resistenza e ripetuto più volte. Purtroppo il foglio su cui annotai i valori è andato perso, ma ricordo abbastanza. Nei risultati il fattore telescopicità influì poco o nulla, ma i diversi metalli di cui sono fatti i tubi e sopratutto i contatti con batteria e atomizzatore portarono a differenze importanti. I tubi in ottone e in alluminio prevalsero nettamente su quelli in acciaio e tra questi ultimi il Nemesis non sfigurò troppo grazie ai contatti argentati. I migliori di tutti furono i Sentinel (telescopici) e il peggiore risultò essere di gran lunga il GUS. A chi non conosce i tubi GUS può sembrare strano che un oggetto cosi costoso e costruito allo stato dell'arte (si, proprio così) abbia caratteristiche peggiori dei volgarissimi cloni. Eppure è così. Non perché i tubi siano progettati e fabbricati male, ma perché incorporano un fusibile (un vero collo di bottiglia) sul positivo. Quelli di GUS sanno il fatto loro, hanno privilegiato la sicurezza piuttosto che puntare su numeri da primato che servono solo per infinocchiare i gonzi. Infatti, nonostante la pessima conduttività, i GUS funzionano benissimo. C'è un trascurabile calo, ma preferisco usare questi piuttosto che uno scomodo Sentinel. Tra i cloni i migliori sono gli Astro, ben fatti, comodi da usare e funzionano in maniera impeccabile. Una considerazione particolare merità l'ottimo Arachnid. Di quest'ultimo parlerò in futuro.
Forse mi sono dilungato troppo ma, che volete farci, i meccanici mi appassionano parecchio.